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Corso Buenos Aires e Milano Nord Ambiente e Problemi ambientali a Milano Nord
 
Testi e immagini a forniti da "quattro"
 

Un edificio industriale della vecchia Montedison


Problemi ambientali a Milano: bonifica dell'area Montedison


 

Lo stabilimento della Montedison di via Bonfadini è rimasto in attività fino al 1985.
L’attività dell’azienda era legata a prodotti impiegati in agricoltura quali concimi, diserbanti e pesticidi, oltre che alla produzione di insetticidi fra i quali il più noto è stato il famigerato DDT.
Le lavorazioni di tali prodotti comportavano l’uso di sostanze chimiche fortemente inquinanti (diossine, solventi clorurati, idrocarburi policiclici aromatici ecc..) e pericolose per la salute dell’uomo.
Quando alla fine degli anni 80’ si concretizzò l’ipotesi di avviare un piano per il recupero di tutta l’area industriale, venne posta con forza dall’allora Consiglio di Zona 13 la necessità di definire un accurato progetto di bonifica per ripulire i terreni dalle sostanze inquinanti che incautamente erano state riversate nel corso degli anni in diversi punti dell’area industriale.
Il progetto di bonifica predisposto all’inizio degli anni 90’ è consistito in una notevole serie di scavi effettuati nel perimetro aziendale per individuare le situazioni di inquinamento e provvedere così alla bonifica.
Tale progetto fu autorizzato dalla Regione Lombardia nel luglio del 1992 ed integrato nel 1994.
Il lavoro di bonifica consisteva nell’analisi chimica dei terreni che in base alla percentuale di sostanze inquinanti identificate venivano classificati in:
tossico/nocivi da stoccare, collocare in appositi contenitori ed inviati in discariche speciali per il loro corretto smaltimento
speciali non tossico/nocivi da collocare in una discarica attrezzata all’interno dell’area industriale
La discarica allestita all’interno dell’area ex Montedison ha occupato al termine dei lavori una superficie di quasi 45.000 metri quadrati, collocandovi all’interno quasi 250.000 metri cubi di terreni inquinati pari a circa 350.000 tonnellate di materiale.
Tale discarica fu realizzata secondo le normative vigenti a quei tempi, e il Settore Ecologia della Provincia e la ASL stabilirono che sull’area non si potevano svolgere attività di alcun genere (niente campi giochi, edificazioni residenziali, strade, ) e piantumare alberi di alto fusto; poteva soltanto essere realizzato del verde semplice (prato, arbusti) avendo l’avvertenza di controllare continuamente lo stato dei terreni.
La discarica nel 1996/97 fu anche dotata di un sistema di controllo del livello della falda per evitare che la risalita delle acque superficiali potesse invadere la discarica disperdendo così nel sottosuolo le sostanze inquinanti.
Nel piano di bonifica vennero successivamente inserite altre localizzazioni di dimensioni più contenute che spesso rappresentavano vecchie cave utilizzate all’epoca per scaricarvi le scorie della lavorazione industriale. Anche queste sono state oggetto di interventi di bonifica di cui una è ancora attualmente in corso.
Come si vede si è trattato di un operazione molto complessa, di cui i costi sostenuti dalla precedente proprietà pare si aggirino oltre i 40 miliardi di vecchie lire, anche se cifre ufficiali precise non sono mai state fornite.
Oggi l’interrogativo che ci si pone è legato ai parametri di riferimento che nel 1992 vennero utilizzati per stabilire il livello di bonifica dei terreni. Difatti i continui studi effettuati negli anni sulla tollerabilità e pericolosità dei composti chimici, hanno portato nel 1999 all’introduzione dell’allora Ministro per l’Ambiente Ronchi, di tabelle di classificazione degli inquinanti pericolosi con limiti molto più restrittivi di quelli utilizzati in passato.
In sostanza, dove nel prossimo futuro dovrebbero sorgere case, strutture commerciali, strade ecc, i terreni potrebbero risultare ancora inquinati secondo le nuove normative e quindi sarebbe necessario promuovere ulteriori analisi per verificare la compatibilità dei suoli con le attività umane da insediare.
A questo proposito anche la Regione Lombardia nell’esame della Valutazione di Impatto Ambientale presentata dalla proprietà ha prescritto che sarebbe necessaria una comparazione tra i valori accertati nel passato e quelli attuali. Secondo l’assessore allo Sviluppo del Territorio del Comune di Milano il rilascio delle concessioni edilizie per le opere pubbliche e per le opere private potrà avvenire solo dopo che l’Amministrazione Provinciale avrà certificato l’avvenuta bonifica del luogo.
Riteniamo comunque che su questo aspetto si debba procedere con le opportune ed approfondite verifiche, perché al di là di qualsiasi allarmismo, la tutela della salute dei cittadini che fruiranno in futuro delle aree recuperate va perseguita con le massime garanzie possibili. Marco Cormio



Problemi ambientali a Milano Nord
 
 
 
   
   

 
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